1. |
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L’abbraccio strano delle ombre
Che fluttuavano nel cielo
Le carezze delle bombe
Che lasciavano cadere
Lei ti cerca amico mio
Con mano di ciclope ti solleva in aria
La falce taglia via la vita
Smarrita in un mare di polvere d’oro
Il giorno in cui vennero gli aerei
dalle ali grigie, dalle pance gonfie
dalle bocche nere … Avreste dovuto vedere
Non serve piangere e pregare
Detesta la pietà ci gode ad ammazzare
Non serve correre e gridare
lei sa sempre dove venirti a cercare
L’abbraccio strano delle ombre
Che fluttuavano nel cielo
Che carezze quelle bombe
C’è chi fa finta di non sapere
Il giorno in cui vennero gli aerei
a dire bugie, a raccontare scuse, ad annientarci… Avreste potuto salvarci?
Il giorno in cui vennero gli aerei
dalle ali grigie, dalle pance gonfie
dalle bocche nere… Avreste dovuto vedere
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2. |
Il Palombaro
04:14
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Io sono come un palombaro, avaro con il fiato che gli resta da respirare
Io sono come un palombaro che salda il conto sulla sua testa un’embolia nel cuore di tenebra della tempesta
Io proprio come un palombaro scendo giù e il mio assetto variabile non mi somiglia più
E metto in azione un faro per scoprire ogni misteriosa compagnia, ma gli animali immaginari del profondo degli abissi stanno al buio della mia fantasia, fantasia, stanno al buio della mia fantasia…
Ed ho ragione del mio sonno gli occhi fissi nei miei occhi riflessi sul vetro della tuta che tutta mi contiene
Adesso che come un palombaro ho scelto di esplorare i margini di questa profondità, perché di stare a galla a tutti i costi proprio non mi va, non mi
va, non mi va, di stare a galla a tutti i costi proprio non mi va, non mi va
Io sono come un palombaro avaro con il fiato che gli resta, ogni parola andrebbe dosata bene o l’aria non basta
E come un bravo palombaro lascio che il peso mi vinca di tutte queste atmosfere sotto le onde è bene che mi convinca
Scendendo giù sull’orlo dell’abisso dove i pensieri fanno molto rumore e il cuore batte forte e la vita non ha più un colore.
Adesso che come un palombaro ho scelto di esplorare i margini di questa profondità, perché di stare a galla a tutti i costi proprio non mi va, non mi va…
Io sono come un palombaro, avaro con il fiato che gli resta… da respirare
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3. |
Il Funerale del Clown
04:43
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Al funerale del clown sono venuti tutti portando con sé, bandiere, nasi rossi ed anche i frutti
Di questa terra ingenerosa, della sua bambina sposa che di quegli occhi grandi e brillanti era stata così gelosa
Al funerale del clown siamo davvero in tanti con i vestiti eleganti e l’idiosincrasia per le feste danzanti
Di questa terra soggiogata dal mostro dei sorrisi che sul nascere del nuovo giorno li aveva già tutti recisi, li aveva tutti recisi
Ma tra di noi qualcuno pensava che in fondo non si stava male
Che anche se la vita era uguale a sé stessa era uno sbaglio cambiare
Mentre qualcuno si domandava perché lui l’avesse fatta finita qualcun’altro rispondeva: non ha senso vivere se non c’è niente da ridere, non ha senso vivere se non c’è niente da ridere
Al funerale del clown non abbiamo voluto capire che alle domande senza risposta non ci si deve inchinare
In questa terra opprimente dove non è mai vero niente il mostro dei sorrisi mente il clown se n’è andato per sempre, lui se n’è andato per sempre,
E tra di noi qualcuno pregava che finisse presto questo temporale, ma tra le dita del cielo una pioggia piangente continuava a germogliare
Mentre qualcuno si domandava perché il clown l’avesse fatta finita qualcun altro rispondeva: non ha senso vivere se non c’è niente da ridere, non ha senso vivere se non c’è niente da ridere
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4. |
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Io penso sia meglio sentirsi un superstite in fondo, che vestire i panni del reduce che ha capito tutto del mondo
Io credo sia meglio inciampare in qualche sbaglio, che restare sempre in equilibrio sul bordo dell’acquario
Chissà che espressione faranno quelli che ci verranno a salvare
E quali parole ci diranno per insegnarci a non scivolare
E’ distante il mare? Da qui più o meno come Alessandria ci toccherà nuotare in una bolla di nebbia ed aria
Chissà che espressione avranno quelli che ci verrano a cercare
E quanta fatica faranno per arrivare fino a qui
Io penso sia meglio che questa canzone domenica pomeriggio di pioggia finisca così
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5. |
Oltre la Pioggia
01:59
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6. |
Ho visto cose che...
02:54
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Ho visto cose che si, ho visto cose che no
Ho visto cose forse avete visto anche voi
Ho visto cose che mah, ho visto cose che boh
Ho visto cose che adesso fan già parte di noi
Che poi ritrovi nei tuoi ricordi finite, rifinite o indefinite
Ho visto cose che – voilà – mi sono sfuggite
Ho visto cose che oplà, ho visto cose che gnam
Quando la pubblicità si chiamava réclame
Ho visto cose che ehi, ho visto cose che uh.
Ho visto cose che poi non ho rivisto mai più
Che poi ritrovo nei miei ricordi smarrite, sfiorite, sostituite
Ho visto cose che – voilà – mi sono sfuggite
Che poi ritrovo nei miei ricordi smarrite, sfiorite, sostituite
Ho visto cose che – voilà – … mi sono sfuggite
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7. |
Il Silenzio del Mare
05:53
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Il silenzio … del mare
la candela … si spegne
non c’è più niente … da fare
se non cercare e cercare
di ricordare e ricordare
Perché vedi amore mio
la morte non dimentica nessuno
C’è chi muore per caso o perché si è smarrito,
chi l’ha scelto la sorte e chi è stato tradito
C’è chi è partito senza un saluto
chi di partire mai avrebbe voluto
Chi dimentica e chi non riesce a ricordare
Chi vuole che i ricordi siano: “non dimenticare”
Perché vedi amore mio
La morte non si dimentica di nessuno
Dalla riva del mare alla cima della montagna
Dal cuore dell’Egeo fino alla Guerra di Spagna
Credi amore mio la vita è sogno, desiderio, tempo andato e memoria
Dalla vigna in collina ai confini della storia
Dal Monferrato fino a … Cefalonia
Da qui a … Cefalonia
cercare e cercare… ricordare e ricordare
Perché vedi amore mio
La morte in questo mondo rende tutti uguali, ma il solco della differenza lo scavano nel profondo … i nostri ideali.
Lei morde, taglia, fugge, ma ciò che resta di vivo è la ragione per cui ora combatto e vivo, ma il vero motivo per cui un giorno io sarò morto è lo spillo conficcato da dio tra la ragione e il torto
Perché vedi amore mio
La morte non si dimentica di nessuno
Dalla riva del mare alla cima della montagna
Dal cuore dell’Egeo alla Guerra di Spagna
Credi amore mio la vita è sogno, desiderio, tempo andato e memoria dalla vigna in collina ai margini della storia dal Monferrato a Cefalonia… Da qui… a Cefalonia
Il silenzio … del mare
la candela … si spegne
non c’è più niente … da fare
se non cercare e cercare
di ricordare e ricordare
E a me … non rimane
null’altro … da fare
Se non cercare … e cercarti
E nel silenzio di questo mare
ricominciare ad amarti
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8. |
Scultura di Nuvole
01:33
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9. |
La Sposa dell'Ombra
04:11
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E’ l’orizzonte lo vedi? Lui ci cattura gli occhi
Inquina la visuale offre una prospettiva inedita irreale
E quella barca in bilico sulla tavola dei mille specchi
scivola un po’ confusa come la Zattera della Medusa che dall’abisso riaffora
Mi sembrerà che tu mi stia abbracciando
Come se fossi il vortice dell’onda
Mi sembrerà che lei mi stia avvolgendo
Come se fossi complice di un’ombra
Mi sembrerà che tu mi stia spingendo giù
Come se fossi qualcosa che affonda
E sembrerà che lei ci stia aspettando
Come se tu … fossi la sposa dell’ombra
E in questo sole che tutte le energie si stanno ammutinando
Secchezza delle fauci e nausea, esplosa nella gola
E quella macchia sulla vertigine della acqua si sta muovendo
Stanchezza che mi assale come un martello di sabbia e sale che ad uno scoglio mi inchioda
Mi sembrerà che tu mi stia abbracciando
Come se fossi il vortice dell’onda
Mi sembrerà che lei mi stia avvolgendo
Come se fossi complice di un’ombra
Mi sembrerà che tu mi stia spingendo giù
Come se fossi qualcosa che affonda
E sembrerà che lei ci stia aspettando
Come se tu … fossi la sposa dell’ombra
Mi sembrerà che tu mi stia abbracciando
Come se fossi il vortice dell’onda
Mi sembrerà che lei mi stia avvolgendo
Come se fossi complice di un’ombra
Mi sembrerà che tu mi stia spingendo giù
Come se fossi qualcosa che affonda
E sembrerà che lei ci stia aspettando
Come se tu …
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10. |
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C’è una bandiera che sventola sulla casa sventrata
sembra bianca, ma se guardi bene di sangue è macchiata
Una bandiera che sventola, ma non c’è un filo di vento
forse sventola perché deve o è soltanto un brivido di spavento
C’è una bandiera che avvolge un soldato bambino
Un’altra giace strappata abbandonata lì … vicino
Su queste case impastate dalle bombe tedesche
come se fossero le mani di un cuoco
che prepara tagliatelle con le nostre teste
C’è una bandiera che io non avevo davvero mai visto
sventola senza bisogno di vento, sembra la sindone di Cristo
allude a tutti i colori e non merita nessuna vergogna
È una bandiera quasi bianca, che cerca un po’ di pace nella luce … di Cefalonia
Che ci siano bandiere abbandonate ed altre tradite?
Che ci siano bandiere colorate ed altre sbiadite?
A noi basta sapere che una non sventola per la gloria
una bandiera che accarezza la nostra memoria
È una bandiera quasi bianca, che cerca un po’ di pace nella luce di … Cefalonia
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11. |
Vermiglio
02:27
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12. |
La Solitudine dell'Ape
02:39
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Rosso come l’arancio spaccato.. sul muro
Intonato all’idea
Solitaria e porpora
Ogni tanto intravedi il futuro:
Soli nella marea
Una stella girovaga
E un’ape che brancola
L’alveare è una casa perduta distante
Che la precarietà
Come un vento malevolo
Ha coperto col suo diserbante
Sopra le fabbriche
Date al nemico
Di queste belle città
È la solitudine dell’ape
Mentre maledice la sua età
È una consuetudine che apre
Per la vita squarci di viltà
È la storia dell’ape operaia
Che bruciate le ali
Piange la solitudine
Che ci fa uguali
Tanto che la si può dire unità
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13. |
Coda d'Ape
01:05
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14. |
Età inquieta
04:03
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non c’è misura per l’età inquieta
non c’è mai nessuna via di uscita
non c’è una poesia che sbocci senza spine
non c’è scampo qui, non ne indovini la fine
non c’è l’antidoto per l’età inquieta
non c’è anima morbida nei vostri sfollagente
non c’è canzone che nasca senza saliva
non c’è niente nessuno che fermi questa deriva… niente nessuno che fermi la deriva
non c’è spiegazione per l’età inquieta
non c’è linea che non sia stata spezzata
non c’è utopia che non sia stata desiderata
non c’è impalcatura di legge che non sia stata smontata e non c’è legge ingiusta che non sia stata cambiata
non c’è pace, non c’è pace per questa nostra età inquieta… la verità come altre risorse è razionata dal potere e non c’è parola che non sia stata… vivisezionata
non c’è niente in questa età inquieta che ci consola, non c’è niente nessuno che ci consola… non c’è niente di niente che ci consola
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15. |
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E a un certo punto il rosso cambiò colore. Accadde quando la tinta artificiale sostituì quella ricavata dalla cocciniglia. I contadini di Oaxaca non capirono perchè all'improvviso nessuno li pagava più per schiacciare ed essiccare quell'insettino ma abituati com'erano alle fregature alzarono le spalle e cercarono di inventarsi altro per continuare a campare. Anche se è difficile da credere andò peggio ai nobili inglesi. Il colore artificiale costava davvero poco e allora anche i poveracci iniziarono a indossare il "rosso" dalla testa ai piedi. Per tutta l'elite vittoriana fu un duro colpo, quel colore era l'unica cosa che segnalava tracce di vita nelle loro esistenze senza senso. Furono costretti a scoprire la bellezza del grigio e non potendo gridare il loro nobile sdegno iniziarono a sussurrare calunnie: il volgo si vestiva di rosso perché era il simbolo della promiscuità, della violenza e del sesso. La notizia non tolse il sonno al volgo che continuò ad appassionarsi a quel colore senza però rendersi conto che non era il rosso giusto. Sembrava rosso ma non lo era. Infatti solo quello ricavato dalla cocciniglia era il rosso perfetto. Sarebbe bastato mettere in contatto i campesinos di Oaxaca con i poveracci di Londra e di Liverpool, si sarebbero messi d'accordo sul prezzo, e il rosso avrebbe continuato a essere quello giusto. Invece qualcosa è andato storto. E da allora non c'è stato verso di raddrizzare le cose. Forse sarebbe andata meglio se le spie francesi spedite nel 1780 in Messico a tentare di svelare il mistero della tintura fossero riuscite nell'impresa. Nove anni dopo la rivoluzione avrebbe portato alla ghigliottina re, principi, duchi. marchesi, conti, visconti, baroni e cavalieri e il rosso di cocciniglia sarebbe potuto diventare popolare per volontà rivoluzionaria. Ma le spie non valevano granchè e preferirono godersi la vita e non rischiare la pelle. E poi il mondo si è scordato della faccenda. Anche i tintori messicani che non hanno tramandato arte e segreti. A volte succede. Anche per le cose importanti.
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16. |
Anarcobaleno
04:06
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Blu come l’azzardo, verde acqua come la destrezza, il mio orgoglio è ocra o viola?
Cerulea la tua bellezza
Grigio come il lupo, ma la paura non ha colore, indaco come chi osa, bianco d’ombra la mia promessa sposa
Rossa la mia lotta e la tua speranza
Nera la palpebra chiusa della coscienza
Ma nero e rosso insieme sono gli occhi spalancati alla nostra resistenza
Nera è la parvenza dei tuoi occhi
Senza nome il colore delle aurore
Un bianco così denso che ne scroscia
mi acceca di un terribile fulgore
Giallo poi danza il deserto
e rossa d'ambra è la tua traccia amore
all’azzurro del cielo resto nudo e aperto
rosso d'un fuoco che non muore
Rosso come il tempo che avvampa il cuore, nero il sangue sparso della cecità, ma nero e rosso insieme sono il fiore… della nostra infinita libertà… della nostra infinita libertà
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Yo Yo Mundi Acqui Terme, Italy
Founded in late 1988, Yo Yo Mundi are considered Italian rock-folk pioneers, one of the most important bands in the early ‘90s indie-rock wave of the country. Based amidst Monferrato hills, North-West Italy, the band has recorded more than 16 albums, played hundreds of concerts through Italy, Europe, the UK, Ireland. The Guardian newspaper called them: “The Clash with accordion”. ... more
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